Come stanno i donatori di sanguE?

I primi risultati della ricerca "Valutazione dello stato di salute fisica e psicologica nei donatori periodici di sangue"

Valutazione clinica

Nello studio scientifico osservazionale cross-sectional, eseguito da marzo 2018 a gennaio 2019, sono stati valutati 1049 donatori periodici (che hanno effettuato almeno 2 donazioni l’anno), relativi ai Servizi Trasfusionali, a cui fanno riferimento le Associazioni federate FIDAS (La rete di Tutti - Roma, FIDAS Parma e ADSP FIDAS Torino), che hanno aderito al progetto di ricerca effettuando donazioni di sangue con l’esecuzione dei seguenti parametri chimicoclinici:

  • valore di emoglobina, ematocrito, ferritinemia;

  • colesterolemia totale, HDL;

  • calcolo del rischio cardiovascolare: indica quante persone su 100 con quelle stesse caratteristiche si potrebbero ammalare nei 10 anni successivi.

Sono stati eseguiti dei confronti possibili tra i dati dell’indagine e quelli nazionali riportati nel lavoro CARDIORISK (M. Longo et al - Screening cardiovascolare di opportunità. G. Ital. Cardiol. Vol. 11 luglio agosto 2010). Questo calcolo ha permesso di confrontare il rischio cardio-vascolare dei donatori esaminati con i donatori italiani e anche con la popolazione italiana della stessa fascia d’età.

Dai risultati ottenuti si può osservare, per gli uomini, che i donatori esaminati (età media 50 anni) sono poco meno ipertesi con valori minori di colesterolo e di HDL rispetto ai donatori italiani e alla popolazione complessiva e hanno un rischio cardiovascolare dell’1.1% (si intende basso rischio un rischio <5%); i donatori oggetto dello studio presentano quindi un rischio molto basso.

Per quanto riguarda le donne, le donatrici esaminate (età media 50 anni), hanno valori di colesterolo HDL di poco inferiore rispetto alle popolazioni di riferimento e hanno un rischio cardiovascolare residuo dello 0.4%.

Rispetto alla popolazione italiana i donatori presi in esame hanno un rischio cardiovascolare nettamente inferiore e quindi sono sicuramente più protetti. Si può concludere, quindi, che i donatori periodici sono sicuramente più “protetti” da futuri eventi di natura cardiovascolare (infarto del miocardio ed ictus).

Valutazione psicologica

I donatori, inoltre, sono stati sottoposti anche a due questionari che hanno esaminato le caratteristiche di autostima (1° questionario) e di emotività e vissuto corporeo durante la donazione (2° questionario). In questa rilevazione ha partecipato anche la Federata FIDAS ISONTINA Gorizia.

Dai risultati ottenuti è sorprendente come la maggioranza dei donatori (96,46%) abbia un’autostima normale non ritenendosi quindi persone “speciali o supereroi” e come il 96,8% dei donatori esaminati abbiano dimostrato emotività normale e buona consapevolezza del vissuto corporeo della donazione, sottolineando, quindi, la cosciente responsabilità del gesto effettuato.

Probabilmente, la spiegazione di tali risultati potrebbe riscontrarsi nella coscienza che il donatore, compiendo periodicamente la donazione, attribuisca a tale gesto la giusta importanza per ciò che compie a favore di quanti vivono uno stato di sofferenza e di necessità impellente di cure e riserbi una particolare attenzione alle terapia con emocomponenti e medicinali plasmaderivati. Migliorando ulteriormente la comunicazione e la spiegazione dei reali bisogni dei pazienti, potrebbe instaurarsi nel donatore un meccanismo di rinforzo della propria autostima. Si ritiene quindi importante comunicare e sottolineare ai donatori gli effetti positivi che la donazione ha sulla propria salute, in modo da accrescere l’autostima attraverso il gesto della donazione, operato a favore del prossimo, ma anche come attenzione a se stessi.

Non sorprende, invece, il risultato dell’analisi psicologica per quanto riguarda l’emotività: riscontrando una buona consapevolezza del gesto che si sta compiendo ed anche un buon vissuto corporeo della donazione. Questi risultati, apparentemente contraddittori, di fatto corroborano gli impegni erogati da FIDAS per il counselling e la comunicazione del concetto di dono sempre qualificati, professionali e aggiornati. Aspetti quali una corretta informazione su dove va a finire il sangue donato, o la conoscenza delle storie di chi necessita di terapie trasfusionali, possono essere ulteriori stimoli per contribuire a rafforzare la consapevolezza del gesto della donazione e conseguentemente a rafforzare la propria autostima.